Al via i laboratori dell'attenzione: percorsi per giovani e adulti con Solving
Nell'era della stimolazione continua, dove ogni notifica è un richiamo e ogni scroll un'occasione per distrarsi, la nostra capacità di concentrarsi sembra cedere il passo a un vortice di distrazioni senza fine. Ma cosa attiva la nostra attenzione?
Le scienze cognitive ci insegnano che l’attenzione è rappresentata da alcuni elementi di base:
- Attenzione selettiva: permette di concentrarci su uno stimolo specifico ignorando le distrazioni
- Orientamento attentivo: la capacità di dirigere volontariamente l'attenzione verso stimoli interni o esterni
- Controllo esecutivo dell'attenzione: regola la nostra attenzione in base agli obiettivi, aiutandoci a inibire risposte automatiche.
La nostra capacità di essere “attenti” in realtà rappresenta un’ardua sfida, perché il nostro cervello non è progettato per esercitare automaticamente l’attenzione. Il suo funzionamento è assimilabile a quello di un muscolo: se la usiamo poco, l’attenzione si infiacchisce, se riusciamo ad allenarla con costanza, acquista vigore ed energia.
Sono 3 i tipi di concentrazione che ci consentono di esercitare un’attenzione piena e produttiva:
- Interiore: legata ai nostri valori e principi, fondamentale per le scelte personali
- Verso gli altri: necessaria per migliorare le relazioni interpersonali
- Verso il mondo esterno: utile per navigare nella realtà circostante.
L’era digitale pone continue sfide alla nostra capacità di “prestare attenzione”:
- I giovani oggi sono più connessi ai dispositivi tecnologici che alle persone, con un impatto negativo sulla capacità di comunicare ed esprimere empatia
- Durante gli eventi sociali, l'attenzione è spesso più focalizzata sulla condivisione digitale che sul momento stesso.
All’estremo, tale condizione, se letta da un punto di vista sociale, può acquisire connotazioni allarmanti: a Taiwan, in Corea, e in altri Paesi Asiatici la dipendenza dei giovani da internet è considerata come una crisi sanitaria nazionale, alla base di fenomeni di isolamento tra giovani.
Nel mondo degli adulti il fenomeno incide fortemente sulla produttività del lavoro: la pratica del multitasking ha generato nella maggioranza dei casi, condizioni controproducenti di “attenzione distratta”.
- Studi nell’ambito delle neuroscienze dimostrano che chi pratica il multitasking ha una minore densità nella corteccia anteriore cingolata, una regione cerebrale responsabile dell'empatia e del controllo cognitivo.
- Secondo Daniel J. Levitin, il multitasking comporta un alto costo cognitivo, aumentando lo stress e la produzione di adrenalina.
E quindi, siamo condannati ad essere sommersi da una mole continua di stimoli, dati e informazioni?
No, se “attiviamo l’attenzione attenta”!
L'idea centrale è che, sebbene la nostra attenzione sia costantemente sollecitata, possiamo allenarla e migliorarla attraverso pratiche e metodi specifici per vivere in modo più consapevole e produttivo, focalizzando la concentrazione verso il raggiungimento delle nostre mete.
Solving realizza “i laboratori dell’attenzione”: percorsi dedicati a giovani e adulti per comprendere l’anatomia dell’attenzione, acquisire la capacità di attivare il timone interiore e focalizzare la propria attenzione verso il raggiungimento dei risultati sperati.